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BLUEMATTER

BLUEMATTER, IL MOBILE

Per aiutarci nel dimensionamento del cabinet, vale a dire nella ricerca della lunghezza ottimale della linea, e fare una stima approssimativa della quantità d’assorbente necessaria, ci siamo avvalsi di un semplice programma in DOS di Bullock e White. Questo software è freeware e si può scaricare liberamente dalla pagina web personale di Bob White: http://www.hal-pc.org/~bwhitejr/. Si tratta di “Transmission Line Boxmodel” un software relativamente semplice e certamente attendibile, visti i nomi degli estensori dello stesso, infatti si devono proprio a Bullock i primi studi condotti seriamente e con verifica sperimentale sulle linee di trasmissione.
Il software, come quasi tutti i programmi che modellano linee di trasmissione, si basa sul modello di Bradbury relativo alla propagazione del suono in un mezzo fibroso. Noi, invece, abbiamo usato per il riempimento un materiale “spugnoso” che invece di essere costituito da fibre è fatto di celle; infatti si dovrà avere l’accortezza di utilizzare materiale sintetico a celle aperte, per permettere al materiale di svolgere la corretta funzione di attrito nei confronti dell’aria in movimento nel condotto.

Nonostante questa differenza, invero sostanziale, “smanettando” un po’ con i parametri del programma relativi ai valori del materiale sull'apposita maschera del programma, si riesce a condurre una simulazione sostanzialmente attendibile e assai vicina alle misure successivamente effettuate con Clio. Infatti, oltre a definire il materiale come molto poroso e ad alta densità, nel calcolo della quantità di riempimento del condotto, si è introdotto un valore di 4 Kg/m3, assai basso rispetto ai canonici 8-12 Kg/m3 usati da Bullock nei suoi modelli.


I parametri utilizzati nella simulazione della linea con il software “TLINE”


Risposta simulata della linea


Impedenza simulata della linea


Sarebbe certamente auspicabile uno studio più dettagliato ed approfondito del comportamento del suono all'interno di un tubo riempito di materiale spugnoso, studio da condurre in via sperimentale su modelli reali, così come Bullock a suo tempo condusse tale ricerca su linee riempite con lana naturale a fibre lunghe.
Determinare con buona precisione le caratteristiche del poliuretano espanso nel contesto della sintassi di questo tipo di software contribuirebbe ad avvicinare molto di più le simulazioni alla misura reale.
Comunque sia, senza poter offrire ancora delle prove certe, la nostra impressione è che usando questo tipo di materiale si riesca a diminuire il numero delle variabili in gioco ed evitare quella aura di indeterminatezza che avvolge quasi tutti i progetti di linee di trasmissione.

Il legno usato è normalissimo truciolare da 20 mm., eccetto le due fiancate, sempre di truciolare ma da 25 mm, questo perché queste ultime finiscono per essere le parti di maggiore estensione e non sono previsti rinforzi trasversali a congiungere le due pareti laterali, oltre alle divisioni interne che delimitano la linea, e questo per non ostruire il percorso della stessa.
Viceversa, la presenza di un robusto setto longitudinale posto nelle immediate vicinanze del woofer e sviluppato lungo tutta la parete superiore e il fondo, rende particolarmente sordo il mobile lungo l’asse verticale.
Chi volesse optare per un materiale più pregiato, tipo MDF o multistrato, oppure non trovasse lo stesso spessore di legno (di solito e più comune la misura di 19mm.) può tranquillamente farlo. In questo tipo di carico, la cosa importante è la lunghezza di percorso, e piccole modifiche di altre dimensioni sono praticamente ininfluenti.
Non abbiamo tentato di raggiungere basse frequenze da subwoofer, e sarebbe stato pretendere troppo da un woofer da 6 pollici. Fortunatamente oramai tutti gli autocostruttori sanno che le linee magiche che elargiscono il Basso Assoluto sono solo leggende, quindi nessun effetto speciale, solo una linea di trasmissione calcolata secondo criteri di logicità e praticità.
Nonostante questo la linea, che presenta una lunghezza di 130cm, è dimensionata in modo tale che, sommati gli effetti dell'assorbente all'interno, il quarto d'onda si venga a trovare all'incirca sui 70 Hz, e l'uscita utile in ambiente si estende fino ai 40/45 Hz. Niente male se si pensa che il woofer in aria libera, ha un Fs di 53 Hz.
I pochi marchi commerciali che hanno realizzato buoni diffusori con questo tipo di carico, hanno lavorato più sulla pendenza di taglio graduale, meno spinta rispetto ai vari accordi reflex e più simile ai 12 db ottava caratteristici della sospensione pneumatica, che non sull'estensione esasperata della risposta.
All'interno del mobile la linea si sviluppa con un andamento sinuoso caratterizzato da una prima piega a 90°, seguita da due rotazioni a 360° che portano la fine della stessa ad affacciarsi sul pannello frontale. Il tutto ha uno sviluppo simile a quello di una tromba al contrario: la faccia posteriore del woofer vede un’area di alcune volte superiore alla Sd, o superficie della membrana; il condotto prosegue poi con un percorso di sezione continuamente decrescente, quindi le pareti non sono mai parallele tra loro, infine termina con un’apertura la cui superficie è pari alla Sd dell'altoparlante. Questo permette anche una uniformità di emissione in pressione tra la radiazione diretta e quella della linea, poiché le superfici di emissione sono direttamente confrontabili e non è necessario procedere a noiose operazioni di calcolo in sede di misura, allorquando si procede a sommare l’emissione del woofer con quella della bocca.
Come già spiegato descrivendo la genesi del progetto, e seguendo l'esempio pratico di chi deve fabbricare in serie, per mantenere una buona costanza dei parametri la linea è stata coibentata con del poliuretano espanso a celle aperte e superficie bugnata, un materiale delle caratteristiche stabili, facilmente reperibile, facile di posizionare e che, una volta al suo posto, non tende a spostarsi sotto la spinta della pressione dell’aria, compromettendo così il corretto funzionamento del diffusore.
Quindi, nonostante quanto che raccomandano gli studi teorici, niente lana, né merino, né shetland, neppure materiali sintetici o naturali a fibre lunghe: soltanto normale poliuretano espanso bugnato che, guarda caso, è quello che usavano i grandi vecchi costruttori di linee di trasmissione quali IMF, TDL, ecc.

La costruzione del mobile è stata fatta senza incastri e usando soltanto giunti di testa. Questa soluzione va incontro a chi fosse eventualmente interessato a costruirsi un esemplare per conto proprio e, come la maggioranza del pubblico, non possedesse attrezzatura specialistica per falegnameria.
Se si dovesse andare da un professionista per farsi fare il mobile, il “budget” va quasi sempre a farsi benedire.
Per evitare problemi di sfiati e incollaggio incerto, è buona misura far tagliare tutti i pezzi d'ogni singola cassa, da una stessa striscia di truciolare di giusta larghezza.
Ricordiamo che per evitare perdite d'energia (e di performance) il mobile deve essere estremamente rigido e sfiatare soltanto dalla bocca posta sul pannello frontale, nel nostro caso, nonostante la cura profusa nella realizzazione dei primi due prototipi, si è riscontrata una vibrazione spuria intorno ai 300 Hz che, nonostante fosse inudibile durante l’uso corrente, ha inquinato le misure di distorsione.

E meglio non risparmiare con la colla. Ad essiccazione avvenuta conviene ripassare con lo stucco per legno le giunzioni più complesse, carteggiare e, infine, posare l'assorbente lungo le pareti interne della linea. Per finire, si chiudono le casse fissando l’ultima parete laterale usando sempre abbondante colla e morsetti.
I disegni costruttivi e le foto che accompagnano questo testo dovrebbero essere abbastanza chiari ed esaurienti. Tra il fondello del woofer e la paratia di rinforzo forata, sono posti due elementi elastici. L'altoparlante resta fermamente premuto contro di questi una volta strette le viti di fissaggio, anche per evitare risonanze parassite del cestello.
Per evitare di realizzare l’alloggiamento sagomato degli altoparlanti, si è utilizzato come palliativo un materassino di neoprene da 2mm di spessore, il quale aiuta a diminuire le irregolarità nella risposta che si presentano quando gli altoparlanti non sono a filo del pannello frontale.
Questo materiale si può acquistare nei negozi specializzati in articoli di gomma, ed è molto probabile che, come nel nostro caso, lo stesso negozio possa fornire anche il poliuretano bugnato.
Il neoprene risolve in gran misura il problema della mancata fresatura del frontale. In più, crea uno straordinario effetto sigillante tra le flange degli altoparlanti ed il legno: una volta schiacciato dal serraggio delle viti, nel caso fosse necessario rimuovere i componenti, si dovrà far leva con un cacciavite od oggetto simile per riuscire a separare gli altoparlanti dal mobile. Ovviamente, se siete in grado di eseguire delle fresature con buona precisione è ancora meglio, anche esteticamente.

QUI IL DISEGNO DEL MOBILE

Una volta terminata la costruzione del mobile si è provveduto alle verifiche di rito, misurando il modulo di impedenza, che ha confermato una frequenza di accordo della linea a circa 70 Hz, indicata dal picco principale, e due minimi a circa 50 e 150Hz, corrispondenti ai massimi livelli di emissione della linea, confermata da una misura in campo vicino del woofer, che mostra come alla stesse frequenze il moto della membrana sia ridotto (a 40 Hz in special modo), nonché dalla misura del solo condotto.

QUI LE MISURE EFFETTUATE SUL MOBILE DEFINITIVO